Il fascismo e gli ebrei (Italian Edition) by Angelo Ventura

Il fascismo e gli ebrei (Italian Edition) by Angelo Ventura

autore:Angelo Ventura [Ventura, Angelo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Donzelli Editore
pubblicato: 2019-03-01T16:00:00+00:00


7. I professori emeriti e altre storie di persecuzione.

Potrebbe sembrare fuori luogo aggiungere a questo lungo elenco di vittime della persecuzione antisemita il nome di Tullio Levi Civita, uno dei maggiori matematici del Novecento, che dal 1919 insegnava all’Università di Roma. Ma era padovano – figlio di Giacomo, garibaldino, sindaco di Padova con l’amministrazione del Blocco popolare e senatore – e a Padova si era formato, allievo di Gregorio Ricci Curbastro e Giuseppe Veronese, e qui aveva insegnato dal 1897 al 1918. L’ateneo padovano aveva voluto onorare questo suo insigne docente e considerarlo ancora appartenente al suo corpo accademico, conferendogli il titolo di professore emerito di Meccanica razionale, con il quale continuava a figurare negli «annuari» dell’università119. Il suo nome veniva ora cancellato, come doveva essere cancellata, per volontà del regime fascista, ogni traccia della presenza ebraica nella vita e nella storia d’Italia120.

Analogo trattamento toccava a un altro illustre maestro dello Studio padovano, il giurista Enrico Catellani, ebreo iscritto alla comunità israelitica ma di religione «protestante unitariano», senatore del Regno, che per 45 anni aveva tenuto con grande prestigio la cattedra di Diritto internazionale, e dopo il collocamento a riposo, nel 1931 – anno in cui riceveva la laurea honoris causa dell’Università di Cambridge – restava ancora tra i docenti della facoltà di Giurisprudenza come «professore a titolo privato». Morì quasi novantenne (era nato nel 1856) il 7 gennaio 1945, a poche ore di distanza dalla moglie Lina Bahy. «Ad entrambi – comunicava il rettore alla Comunità israelitica il 17 maggio 1945 –, per il deciso intervento di questo Rettorato, nonostante venissero considerati di razza ebraica, si ottenne dall’Ente per l’amministrazione dei beni ebraici, i funerali civili e le fosse separate al Cimitero Maggiore». Inoltre l’università era riuscita a farsi consegnare in deposito la sua importante biblioteca privata, evitandone la sicura dispersione121.

Tra il personale non docente, infine, risultava ebreo Daniele Calabi, ingegnere dell’Ufficio tecnico del Consorzio edilizio dell’università, architetto di grande valore, progettista, tra l’altro, dell’Osservatorio astronomico di Asiago e della Clinica neurochirurgica. Emigrò a Rio de Janeiro, dove lavorò in un’impresa di costruzioni e poi come libero professionista122.

Benché non riguardi l’Università di Padova, sembra anche opportuno ricordare il caso, generalmente ignorato, di un giovane studioso di famiglia padovana che la persecuzione antisemita allontanò dagli studi storici, ai quali era avviato. Si tratta di Leone (Leo) Wollemborg jr, figlio di Leone Wollemborg – il fondatore delle prime casse rurali in Italia, economista, deputato liberale e ministro delle Finanze nel governo Zanardelli-Giolitti –, espulso dall’Università di Roma, dov’era assistente volontario di Storia moderna, e dalla Scuola storica annessa all’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea123. Emigrato negli Stati Uniti, dal 1940 al 1942 fu docente di Relazioni internazionali alla Columbia University, e collaborò quindi con i servizi speciali americani in Europa. Dopo la guerra Leo Wollemborg ritornò in Italia come corrispondente del «Washington Post».

Si deve infine ricordare che dopo l’8 settembre, mentre i tedeschi cominciavano i rastrellamenti sistematici degli ebrei e la loro deportazione nei campi di sterminio, lo zelo



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